La Cima del Vallone, con l'antecima Ovest, vista da Ovest.
La Cima del Vallone vista dalle Castrein.
La Cima del Vallone vista dalle Cima delle Cenge.

Convalescente dopo una settimana di febbre propongo una cosa breve: il conto finale delle ore non corcorderà molto con questa idea...


Partiamo da Grant'agâr... penso a Kugy e compagnia che per salire al Montasio o al Canin dovevano arrivare in treno a Chiusaforte e poi a piedi...
Comunque, lassù, la cima di Riofreddo: dalla foto non appare ma dal vivo è davvero imponente e attraente. Vista anche la bella giornata ero tentato di cambiare meta! Solo per una distrazione siamo andati invece verso la cima del Vallone, che era l'idea originaria per la giornata (non ci siamo accorti del bivio sull'Anita-Goitan e siamo andati automaticamente verso la forcella di Riofreddo - ho pur detto che ero convalescente...).

La giornata è magnifica ed è quello che ci voleva dopo una settimana passata sul letto.

Arriviamo alla forcella di Riofreddo, luogo tetro e affascinante.

Scendiamo un po' verso la Carnizza di Riofreddo. Mica avevo pensato che questa mossa ha decisamente poco senso se si parte da Sud, ovvero salire per poi scendere e risalire ancora, ma a posteriori è giustificata per il bellissimo ambiente che si attraversa. Anzi, non posso che consigliarla.

Impressionante l'aguzzo dente della Grande Vergine; laggiù Valbruna: non chiedetemi perché ma per me è sempre bellissimo quando dai monti si vede Valbruna (forse perché ricordo della stupenda vista che dal paese si ha dei monti - dove l'animo non può esimersi dal sognare di trovarsi sul quelle alte crode).

Non me l'aspettavo così strettina a dire il vero... ma bisogna sempre montarci sopra alle cenge per giudicare.

Il tratto più difficile è pochi metri più avanti, ed è un traverso di III in esposizione massima, meglio non guardare troppo giù. Fortunatemente c'è un cavetto, anche se un chiodo è saltato e il cavo lasco obbliga ad un passaggio poco simpatico. Penso che anche Kugy abbia messo un chiodo qui...
Pensa il cjamoç, due balzi e via! Ah quanto vorrei vederne uno superare questo passaggio...

Un sogno per me vedere finalmente questa immagine dal vivo.

Verso la forcella della Scala; dietro spunta, ruspante, la Cima Alta di Riobianco.

E qua viene il bello... passeremo ore a vagare in lungo e in largo sulla parete Nord sommitale!

Avrei tanto da scrivere, ma, per farla breve, bisogna stare alquanto a sx, altrimenti in qualunque modo si provi si arriva ad una antecima che non permette, almeno a dei poco più che escursionisti, di arrivare in vetta.

Ecco l'antecima Nord q2331.5 CTR, che in seguito ho raggiunto.

Di qua non si passa: pareti a picco sulla cengia percorsa.

Dopo vari tentativi e passaggi non banali, riesco ad arrivare in vetta all'antecima Nord. C'è pure un cordino di calata, d'altronde c'è un saltone verso la sottostante forcella, e da ciò che vedo la continuazione verso la vetta è proibitivo!
Dall'antecima vedo il bivacco CAI Gorizia.

Scopriremo dopo che il cordino sull'antecima Nord è quello per la calata lungo la via Krobath-Metzger (spigolo Nord-Est)! Mi dicono che la risalita in cima avviene con un tiro da 60 m (IV poi III,II)... mica roba per me! In effetti, come vedi dalla foto, la questione non mi sembrava proprio tanto semplice (e dalla foto non traspare la grande esposizione).

Torniamo indietro e proviamo a salire per una bella fenditura, ma dopo un po' i passaggi iniziano ad andare oltre al II, cosa che non torna.
La retta via deve essere nei paraggi, ma ormai è tardi e si è stanchi: torniamo indietro. Poco male, cengia volevo e cengia abbiamo percorso, oltre ad aver passato una bellissima giornata di croda nei meandri della montagna (solo le cenge permettono questa sensazione).

In compenso, già che ci siamo, saliamo sulla velleitaria Piccola Cima del Vallone, ovvero l'antecima Ovest.
In foto l'ultima parte della via normale alla Cima del Vallone.

Ultimo sguardo alla fantastica cengia Kugy.

In discesa prendiamo la bella cengia di camosci in versante Sud che ci deposita senza difficoltà all'interno del canale Sud della forcella di Riofreddo, appena pochi metri sopra il punto in cui dal versante dirimpetto arriva la cengia attrezzata del sentiero Anita-Goitan.

Mi ringrazierete: in rosso i sentieri CAI (Anita-Goitan, forc. Riofreddo), in blu il collegamento fra la forcella di Riofreddo, lo spallone dove a Nord inizia la cengia Kugy (arancio) e la normale alla Cima del Vallone (arancio), in verde la breve salita all'antecima Ovest.


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Vi ho annoiato assai ma non ho alcuna pretesa. Ho scritto come vi avrei parlato: qualcuno mi avrà capito, specialmente chi della vita non ha che dolore e delusione. I monti lo innalzano verso l'universo, incontro alle stelle, offrendogli un dolce balsamo che gli placa per un istante l'animo ed il cuore e gli fa bere di quel nettare ristoratore che ancora sa dare la natura colla sua sincerità, colla sua semplicità, colla sua bellezza, col suo profumo e colla visione dell'infinito. (*)
(*) Tratto da: Umberto Tinivella, Alpi e Alpinismo (1942)