La Croda Bianca vista dalla strada della val Mesath, con l'antecima orientale a sx e la cima principale a dx.

Avvallando le mie malsane proposte nel canal del Ferro, Greta e Andrea mi invitano ad andare come al loro solito nelle clautane, in particolare sulla Croda Bianca in val Mesath, posto nel quale non ho mai messo piede. Mi è davvero piaciuto!


Il bosco di faggi a inizio maggio è qualcosa di stupendo, sarei rimasto ad osservalo per ore.

Il micidiale CAI 906 ci porta in circa 2h in forcella Candùabo: molto interessante il versante Sud del Toc - cima Mora, che sicuramente permette di accedere alla cresta (abbiamo visto un camoscio intento a farlo).

Dalla forcella il sentiero continua in quota, aggirando tutto il versante Sud (lato val Gallina) della Croda Bianca su percorso davvero molto bello e panoramico.

Il Formigoler: micidiale!

Provo a convincere invano i miei compagni ad iniziare a salire prima di arrivare a forcella Ogre, cosa di cui mi ero convinto consultando la CTR. Abbiamo fatto così in discesa: avremmo risparmiato almeno mezz'ora e un sacco di fatica. Per chi ci va: arrivando da forcella Candùabo, a pochi minuti da forcella Ogre, in prossimità di un tronco scheletrito e due grossi tagli, salire senza traccia alla costa boscosa che si vede in alto; evidente poi l'inizio del canale a mughi.

Ad ogni modo... da forcella Ogre scendiamo un po' e rimontiamo un ripidissimo valloncello che ci porta all'inizio del canale a mughi.

La fittissima mugheta ci fa faticare parecchio, ma obliquando verso dx troviamo un cengia che seguiamo e ci permette di montare in cresta.

Verso la cima principale. La cresta presenta dei tratti assai affilati, ma i mughi danno un po' di sicurezza.

Lo Spiz Gallina.


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Vi ho annoiato assai ma non ho alcuna pretesa. Ho scritto come vi avrei parlato: qualcuno mi avrà capito, specialmente chi della vita non ha che dolore e delusione. I monti lo innalzano verso l'universo, incontro alle stelle, offrendogli un dolce balsamo che gli placa per un istante l'animo ed il cuore e gli fa bere di quel nettare ristoratore che ancora sa dare la natura colla sua sincerità, colla sua semplicità, colla sua bellezza, col suo profumo e colla visione dell'infinito. (*)
(*) Tratto da: Umberto Tinivella, Alpi e Alpinismo (1942)