Anello superbo, in luoghi leggendari: una delle più belle
escursioni del 2023. Il giro è stato possibile solo grazie a
diverse esplorazioni fatte precedentemente in zona.
Lo Jovet Blanc, che di blanc non ha proprio niente, è probabile
piuttosto che sia Jovet dai Blancs - i Blanc
infatti era il soprannome di una delle famiglie Martina.
Saliamo per il troi da li' caladis, molto bello anche se disastrato e difficile da trovare.
Lo Sflàmburc, dall'altra parte di forca Galandìn. Per passare si passa, ma non è per tutti: è franato ed esposto.
Lo Jovèt Blanc, ancora lontanissimo, troneggia sopra il rio da lis Fontanis.
Le orride pareti settentrionali dello Jovèt e del Cjastelát.
Almeno questa volta l'ho imbroccato subito il troi dai Peròns da l'Aneit!
Jôf di Misdì, imperscrutabile, colla forca del Lavinâl a dx. Mi chiedo quante persone abbiano messo piede sulla forca dopo di Dougan...
Forca di Dogna, con lo Jovèt di Cjadramaç.
C'inoltriamo nell'orrida gola a cui fa capo la forca Male Làvare; il passaggio iniziale, nonostante sia stato attrezzato, è piuttosto delicato perché molto esposto.
Roba da sentiero CAI: benedetti camosci! Come ci salgano rimane un mistero: o lo fanno in discesa, scendendo per la rampa (!?) oppure passano per una cornice di roccia che fa venire i brividi solo a vederla.
Si vede la via d'accesso al Cjastelát... e anche un'altra cosa, ma non voglio rovinarvi tutto.
Stranamente nella seconda parte, altissimi sopra il rio da lis Fontanis, la traccia degli animali quasi non c'è.
Dalla cima dello Jovèt Blanc, verso Ciuc di Vallisetta e
Cimòn.
Non si può non rimanere affascinati dalle tracce sul lato Nord
del Ciuc e del Cimòn: veniva quasi da pensare, dopotutto, che
un collegamento fra la Puartate e il Cuel dai Giais potesse
esistere... che sciocco che ero!
L'arcigno Jôf di Misdì, con dietro lo Jôf di Dogna.
Un salto di 1000m verso l'abisso dello Sfonderât... notare l'esile traccia della Sèmide dai Agnei, sulla cengia sotto le pareti dello Jôf di Misdì.
Clap Blanc e Jôf di Miéz; notare dietro la bellissima ed elegante Torre Carnizza.
Il vallone Blasic... percorso un mese prima in discesa dalla memorabile traversata sulla cresta Indrinizza.
Scendiamo alla Puartate, e nel mentre ci mettiamo in cerca, trovandolo, del più bello e nascosto clapusç delle Giulie (cit. Trois Neris): cercatevelo.
Francamente, non ho mai visto una cosa simile (e ce n'erano ancora di più)! Quando si dice che questi posti ormai sono pascoli per camosci...
La leggendaria forca da la Puartate: luogo stupendo.
Resti di attrezzature dei fienaioli, con tanto di fori squadrati sulla roccia per incastrarci delle travi.
Finalmente ho visitato il clapusç dal Clocugnon, sul versante Sud del Ciuc di Vallisetta, con ancora resti di un muretto a secco.
Oggi ci spiano da ogni parte.
Per percorso noto scendiamo al ripiano dove sorgeva il mitico stavolo dai Sbrici, e anche sta volta cerchiamo e cerchiamo, ma nulla...
Già che ci sono dò un'occhio alla cengia che collega il ripiano con il coston dei Sbrici, spiata dal Sart, in vista di un futuro progetto (poi tentato).
Avevo osservato che la zona di bosco dove si snoda il sentiero indicato sulla Tabacco e descritto dal Buscaini (che non è il sentiero "classico" che parte dal rio della Scala), è stata parzialmente risparmiata dall'incendio del 2013, per cui avevo la speranza di trovare una alternativa alla prima parte del sentiero dei Sbrici, dato che esso versa in condizioni drammatiche (la parte alta invece è messa meglio). Poco dopo il traverso sotto l'ex stavolo dai Sbrici, abbiamo obliquato verso destra anziché andare a sinistra, trovando con grande emozione nella parte centrale i resti della vecchia traccia con pure delle provvidenziali fettucce. Purtroppo però la parte bassa di detto sentiero è disastrata, stracolma di arbusti bassi e di schianti, dunque non la considero conveniente, peccato.
Abbiamo avuto pure difficoltà a trovare la traccia della Via Alta, che era letteralmente sotto i nostri piedi... putroppo in questa zona anche la mulattiera sta sparendo.
Ultimo sguardo verso il Picco Peloso.
Dopo più di dodici ore, è il momento di tornare a casa.
Oggi, un sogno realizzato.