Il Pisimoni visto da Sud-Est (dal Cuzzer).

Il Pisimoni è uno dei miei monti preferiti, e questo è un percorso straordinario che mi sono ripromesso di ripercorrere (magari concatenandoci la Cengle Alte?).
I resiani il Pisimoni lo chiamano Pucimun.


Partiamo dal Çuc di Lavorèit (la metà più orientale di Roveredo - comune di Sclûse!) e per traccia nera ben segnata saliamo direttamente a Sacòut, luogo ameno con stavoli ben ristrutturati.

Per raggiungere il cengione tocca salire un bel po', fino al Pupinàt di forcje Diame, che nella foto qui sotto si vede a dx.

Bei clapusç in dx orografica del rio che scende da Brèisi.

La salita è panoramicissima: qui la cresta Indrinizza al M. Sart, tutto a sx il Ciùc dal Corvàt, tutto a dx il Canìn.

Verso i monti di Sclûse: in primo piano il versante Sud-Ovest del Belepèit Padovàn, a sx Plananize e Nauràzis.

Zoommata sul bellissimo stâli di Belepèit Padovàn, con evidente la traccia che porta al riu da le Fontane (poi ci si può collegare al sentiero del versante Ovest).

Il versante Nord del Làvara, col triangolo costituito dal monte Pléchie a sx, Vetta Criuze in alto e lo Spic a dx. In centro, ma prendete la Tabacco altrimenti non ci capite nulla, il costone della Punta Linclìn, che so essere stata salita per il ghiaione che lo delimita a dx.
A dir la verità si vede pure una parte della via da me seguita per il M. Àrghine...

Il mal messo stavolo Brèisi, in posizione stupenda. Domina in alto il misterioso castelletto del Cozarèl. La cima mugosa a dx è la costa Sguerie (di incerta etimologia).

Si vede pure Cunturate: ma che bel posto!

Man mano che ci alziamo il panorama si apre anche verso il gruppo del Montasio. Certo: Montasio e Cimòn, ma mi interessa più ciò che c'è lì sotto! L'orrida gola che si vede è il rio da lis Fontanis, con a sx Jovèt Blanc e a dx il Plan de la Cjavìle e lo Jovèt.

Eccoci sotto al Pupinàt di forcje Diame.

In questa zona ci sono altre tracce che collegano vari stavoli: quella superiore sfrutta delle belle cenge, e mi intriga assai.

Splendida vista sulla valle del riu Simòn, a cui fa capo forcella des Sèminis, fra Çuc dal Bôr e Cozarèl.

Cozarèl, col casermone di Sot Cretis in basso. Quante vie di salita che vedo e so di essere percorribili!

Sto un po' divagando, mi chiedo se non stia mettendo troppe foto, ma almeno do un senso all'infinità di foto che tengo nel mio computer!
S'inizia ad attraversare sul cengione.

Fin da subito non si scherza.

Bisogna ringraziare P. Marcon, proprietario di uno degli stavoli del Pisimoni, che in discesa dalla cima percorre sempre questa via, per averla pulita un po' dai mughi.

Un tratto franoso e molto esposto richiede attenzione.

Prima o poi vado in quell'antro, poco distante dalla Plagne.

Quando si gira il costone e ci si affaccia alla testata del riu dal Mulìn, beh, è da rimanere senza fiato tanto affascinante è l'ambiente, ve lo assicuro. Le foto non rendono in quanto si cattura solo una piccola parte della veduta.

Sentiero di bestie su cengia che più bella non potrebbe essere: ci vuol coraggio però nel tratto più stretto...

Arriviamo sulla Plagne, ovvero i pratoni sommitali del Pisimoni. Anche questo è un posto panoramicissimo.

Verso i monti di Resiutta, con i valloni del Resartico e di Serai.

È d'obbligo la foto al rinoceronte del Pisimoni.

Dalla cima verso Nord: Cjavâlz, Çuc dal Bôr, Cozarèl.

La visibilità è eccezionale, d'altronde siamo in novembre: mica so dirvi però che monti siano.

Cunturate, con il dosso del Belepèit Padovàn; dietro la dorsale Nauràzis - Belepèit. Monti che sembrano ignobili se visti da quassù! Questione di punti di vista...

Verso Muéç.

La blanda dorsale del monte Agarone, con a dx il più ruspante Cjucis, diventato ormai un monte di moda e molto frequentato.

Le intriganti crode a Sud delle crete di Palasecca: Cuel da la Cèit, Cuel di Fedevèiz (mugoso), antecima q1754 del Cuel Mauròn (bruciato), Cuel Mauròn, con a dx il lunghissimo rio da le Fratte.

Il Plananize sovrastato dal sottogruppo del Cimone, con il Montasio imbiancato e l'alta val Dogna a sx.

Scendiamo per la Plagne: questi prati sommitali così panoramici mi esaltano!

Mannaggia a me che ancora non sapevo che a poca distanza dal sentiero c'è un bellissimo antro che tutt'ora desidero visitare (e non conosco nessuno che ci sia stato), ben visibile dal Cuel di Sôre.

Il CAI 423 che scende a Ovedasso è molto interessante nella zona delle cenge.


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Vi ho annoiato assai ma non ho alcuna pretesa. Ho scritto come vi avrei parlato: qualcuno mi avrà capito, specialmente chi della vita non ha che dolore e delusione. I monti lo innalzano verso l'universo, incontro alle stelle, offrendogli un dolce balsamo che gli placa per un istante l'animo ed il cuore e gli fa bere di quel nettare ristoratore che ancora sa dare la natura colla sua sincerità, colla sua semplicità, colla sua bellezza, col suo profumo e colla visione dell'infinito. (*)
(*) Tratto da: Umberto Tinivella, Alpi e Alpinismo (1942)